Pandemia, lampo accecante
nel mezzo dei miei trent’anni,
corda, nodo e segno indelebile nella mia carne.
Pan-de-mi-a: tutta l’intera lingua
si agita e raschia e schiocca
in tutta l’intera bocca
come campana d’allarme impazzita.
non una cosa che capita due volte nell’arco di un’intera vita
camion militari in corteo funebre su raitre
ripeto
replica di camion militari in corteo funebre su youtube
linkati all’infinito dentro metafacebook
commentati da personaggi wannabefamous
nelle nebbie dello sbraitare ininterrotto.
megalopoli preventivamente desertificate
prove generali per la prossima estinzione
(giusto per farci un’idea
di cosa lasceremo
quando noi non ci saremo)
intanto TUTTE LE CAZZATE
DEI POLITICI che scorrono
nei sottotitoli dei telegiornali
mentre le immagini mostrano eserciti
di tute gialle anticontaminazione
che disinfettano le strade con gli
idranti - quasi come nei sogni erotici
degli sbirri a genova01 - vietato salutarsi,
anzi no ma solo col gomito, ma pare brutto e allora
pugno contro pugno come nei film americani,
tenere rispettosamente le mani pulite come nel 1992.
Fuoco sui cadaveri casomai rinascano zombie -
ed è emblematico il sapere collettivo di come
si uccida veramente uno zombie! - sindrome cinese
da stress post traumatico + picchia il filippino
che tanto son tutti musi gialli e intanto nessun limite
ai viaggi in jet privato per chi se li può permettere.
trema tutto l’occidente per le strade in monopattino
starnutisce di nascosto per non farsi dar dell’appestato,
RESTATE CHIUSI IN CASA che fuori germogliano i batteri
SCEMOCHEF dentro tiktok che cucinano i biscotti
ANDRÀTUTTOBENE come nelle migliori catastrofi
e intanto in tutto questo cambio aspetto,
umore e almeno due o tre case
(per non annoiarmi)
metto su un’insonnia
da far impallidire un bambino nel sud est asiatico
mentre confeziona mascherine chirurgiche di tutti i colori
perché l’azzurro non è inclusivo
nei diritti LGBTQI+
E allora le vogliamo rosa e poi arcobaleno
e le vogliamo nere
che si intona meglio col moncler
in videochiamata
in smart working
please don’t look me
under my scrivania
che sto in mutande
ed infradito.
caro ariete con l’ascendente in cancro
come hai fatto a sopportarmi?
Quando mi scolavo cicchetti di whisky
all’uscita da lavoro alle tre del mattino,
quando davo craniate contro l’ovvio
per vedere se era davvero autentico,
mentre mi immergevo fino alle caviglie
nell’olio esausto di una friggitrice
per raccogliere conchiglie di bruciato
e fabbricarci collanine,
avevamo un divano rosso in comune
ed una libreria per ciascuno
un balcone con le sdraio
e una pattuglia in posto di blocco
proprio sotto casa
che a natale faceva pendant con
le luminarie che avevo comprato
per farci sentire in qualche modo
ancora felici.
Adesso che gli striscioni non ci sono più
e le frasi fatte sono state tutte esaurite
ed ho imparato a fare le torte
e a non bere troppo la sera
ed ho di nuovo tutta la mia disillusione
bella fiammante che aspetta solo
di essere messa in moto
e fuori precipitano ancora
i lavoratori dai ponteggi
e hanno ripristinato l’embargo per cuba
e mentre tutta questa apocalisse
impazza e spezza e stringe,
mi chiedi ancora come un tempo
di uscire a pisciare il cane la sera,
che durante i film
ti addormenti sempre
e se poi ti svegli troppo,
non riesci più ad addormentarti.
Quando mi venivi a prendere negli incubi
per portarmi a dormirti accanto
e l’ikea tardava a consegnarci i mobili,
quando eleggevano miss covid-19
per farla cantare a sanremo in playback,
quando diventavamo dati statistici
e prendevamo d’assalto i supermarket
alla ricerca dell’ultimo rotolo di buon senso,
mentre riprendeva lentamente
il traffico aereo
ed eruttava un vulcano
nel mezzo del mar mediterraneo
e si scoprivano nuovi dinosauri
e si scoprivano di nuovo le gambe con l’estate
e qualche agente cantava
e qualche magistrato ascoltava
e finalmente si processavano
quelli che da sempre depistavano
(quest’ultima frase non è reale
ma fatemi sperare)
e su marte intanto
i rover si lanciavano messaggi d’auguri
in quasi tutte le lingue del mondo
ci arrivavano un poco in ritardo
giusto la distanza tra mondo e mondo.
infettivologi rockstar
virologi rock’n roll
che razza di karma sto estinguendo
per dover assistere ad una cosa del genere?
- prima si, poi no, poi forse
ma vediamo, quasi quasi,
facciamo un’altra volta? -
più che gestione della società in pandemia
sembra la replica della prima volta
che sono andato in bianco
quando alla fine stremato
mi sono buttato su una panchina
a consolarmi per la prima volta
col gin-tonic
e governo governo
comanda color:
strazio!
ma non lo vedi questo cielo?
il cielo sopra napoli
alla mezzanotte del 31 dicembre 2021
non ti ricordi delle
orde d’influencer a wuhan
per i selfie sulla tomba del paziente zero
giusto l’anno scorso?
alberghi metropolitani
escort senza greenpass
clienti che implorano
sputami in bocca
e dimmi che sei positiva
abbiamo perso hongkong
e tutto il cyberpunk
in compenso abbiamo
speso tutto il nostro budget
per delle soluzioni che non funzionano
poi neanche così bene
tutte le zone sono rosse
tranne quelle militari
sanmarino sotto sputnik v
continua l’autarchia
quest’anno ho comprato
la mia prima camicia
di cotone pesante
volevo prendere anche
un paio di jeans nuovi
ma non mi bastavano i soldi
mia nonna dall’altra parte del mare
mi ha mandato dei soldi
per comprarmi un televisore:
il limite della povertà
è ancora sancito dall’accesso a rete4
e ora che è spezzato finalmente
anche l’ultimo sigillo dell’apocalisse
sferragliando fuori tempo
sulle note di jinglebells.
dichiaro che i j’accuse
debbano essere di pubblico dominio
e senza restrizioni di alcun genere
Uğur Şahin & Özlem Türeci
imperatori bioNtecnologici
del pianeta terra,
mi rivolgo a voi:
baciatemi il culo!
cresceremo mutanti
per accogliere le spore
dei nanobot
e raggiungeremo un’immortalità
fantastica guardando le repliche
delle soap opera,
cinguetteremo tutto il cinguettabile
coi nostri chip
conficcati in fondo al cranio
e avremo un colorito stupendo
a furia di ingurgitare conservanti.
Una mano sotto le palle
e il mio dito più lungo contro
an der goldgrube 12,
una mattina in cui mi alzerò presto
per raggiungere mainz col flixbus,
e sarà un viaggio epocale
di cui si terrà traccia nelle memorie
cosmogenetiche dell’universo
e sarà il primo piccolo passo
dell’uomo verso la ribellione
e la distruzione
delle corporazioni multinazionali
(nel frattempo sopra tutta questa vicenda
ci gireranno una serie netflix
con Millie Bobbie Brown
nel ruolo di protagonista
ma sarò io quello bellissimo
quando arriverò alla première
col porsche decappottabile
e i capelli neri al vento)
che a volte per diventare giganti
basta solamente scalciare un po’ di sabbia
contro qualcuno più gigante di te
e sia ben chiaro
che in tutta questa faccenda
l’unico scemo che urla: - togliete il brevetto
maledetti idioti
sono solamente io
aspirando tutte le apocalissi invisibili all’equatore
verdi colline estirpate al silicio
da passare tra i denti per ripulire
ciò che rimane delle ultime
briciole di rivolta
dove il clima politico non muta,
e quasi sempre è tempesta
dove il fango può inghiottire
perfino il peso dell’atomo scisso
e la moneta di scambio
quasi sempre è il peso
di un kalashnikov ancora caldo
lungo tutto il parallelo zero
dove esplodono diamanti
e brillano al sole le bombe inesplose
sfoggiando l’ultimo bikini
in una spiaggia di squali morti senza pinne,
dove si abita la foresta
e i bambini imbracciano i fucili
dove le baraccopoli crescono
attorno alle discariche
dove ti hanno detto di non guardare
dove ti hanno detto di lasciar perdere
nei rigagnoli infetti
nelle isole extra-lusso
dove si specchiano cannibali
e si smacchiano cambiali
e tutti i nostri
dolci amori di bahia
guardano ancora il sole
tramontare su saigon
e tutti i nostri
sogni di bolina
aspettano uno zeffiro
che li trascini via
nota dell’autore: i più visionari tra voi o solamente quelli più espliciti, si ricorderanno per certo che nei primi tempi di questi nuovi anni venti un sacco di negozianti cinesi trovarono la politica sanitaria occidentale talmente infida, disonesta e sbagliata che chiusero tutti bottega e quando un cliente occidentale chiedeva dei rifornimenti vaccinali rispondevano:
- non avele, venile veneldì
…venile veneldì
pianeta terra, 2022.
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