martedì 31 marzo 2020

MENTRE ASCOLTO CERTA MUSICA SCONOSCIUTA SU SPOTIFY

Mentre ascolto certe sonorità interessanti con le cuffie per non disturbare i vicini che dormonolavoranocrepano e alla strada che ho mentalmente percorso per arrivare fin qui.

C'è uno pterodattilo oggi che volteggia come in questa canzone proprio sopra questo universo quadrilocale dove abito, riesco a percepirne l'ombra che si sposta quando passa davanti al sole e se presto anche molta attenzione di tanto in tanto si percepisce il suo verso da pterodattilo mentre volteggia indifferente e di tanto in tanto piega all'indietro un'ala e compie una virata e modula un verso articolando qualcosa che non posso conoscere.

L'immagine di una palma nana sche confina precipitosamente contro il cielo azzurro nevrotico.

Adesso pensa
se qui
ci fosse scritto
una piccola frase in francese
con un senso molto profondo
e questa
identica andatura.

lunedì 30 marzo 2020

TRA MOLTE COSE, LA SALSEDINE

Tra molte cose, la salsedine è quella che mi manca di più.

In queste distanze spaziali con le comunicazioni e le altre cose che non vanno poi molto bene, ripenso alla salsedine, non dico ripensavo, dico proprio ripenso, come un continuo presente sfumato, come il ritorno delle onde a riva, quel rumore lì che per me è naturale come la puzza di zolfo e fuoco per i draghi o cose così.

Appoggiato fuori dal balcone di questa casa vicino alla ferrovia e al fiume, mi manca il rumore del mare, delle onde, il sottofondo continuo imperterrito, il respiro dell'acqua, quelle cose lì.

Qua c'è il silenzio, a volte, passano delle macchine, a volte delle pattuglie con le sirene spente, una volta a settimana un altoparlante dice di stare in casa, le campane della chiesa continuano a suonare e a rompere i coglioni la domenica mattina e tutti gli altri giorni, i vicini a volte gridano, i treni continuano a passare e di tanto in tanto qualche gabbiano pure, ma da qui non si sente il mare, neanche sforzandosi.

Il cielo oggi è grigio, io lo stesso, un poco, mi manca il mare.

domenica 29 marzo 2020

COMMAND_REPOST_UNKNOW

Qualche piccolo appunto in risposta



Noi siamo i dati di statistiche che operano dentro i cavi dove nessuno ci cerca

siamo le puttane tristi dei tecnici delle compagnie elettriche

siamo una percentuale fallimentare non esatta nelle righe di un programma DOS

esistiamo in quanto appariamo, luminescenti nell'ignoto spazio nero digitale.

Sono una moltitudine di crepe ed errori che si autocorregge o che almeno tenta di farlo, mentre fumo una sigaretta dietro l'altra rinchiuso da qualche parte con un alieno sbronzo che non sa un cazzo e un dinosauro apatico che continua a pulirsi i denti in eterno col femore di una mia ex ragazza.

Sono una moltitudine di ricordi e sensazioni che vagano a caso dentro un cranio di pesci rossi.

Genero elettricità statica a bassa frequenza e faccio vibrare i denti nel sonno irrequieto.

Dipingo incubi di dejà vù da dieci anni, che strappo ad ogni mio risveglio in apnea.

Ho del buon gusto, credo, per le nuvole e il rumore rosa.

Mastico continuamente l'atmosfera, mi dipingo gli occhi con la luce.

Penso che esista qualcosa di diverso dal non frammentarsi,
ho smesso di credere a tutto tranne che ai miei piedi
alle mie mani anche quando non le guardo,
ai vetri della portafinestra della cucina
che devono restare sporchi.

sono ancora una indisciplinata presenza
erano allora un'infinita distanza


sabato 28 marzo 2020

TRA LE COORPORAZIONI E IL CYBERPUNK

L'uomo consumatore derivato, ovvero ciò che ci ritroviamo ad essere in questo preciso tempo isterico è un essere alquanto buffo che muove i suoi alterego digitali nei modi più buffi e imprevedibili in tutta la rete.

Se il cyberpunk in qualche modo è morto o per meglio dire è stato incasellato in una certa maglia della reta e quindi le cooperazioni (loro storici rivali) hanno vinto, in che modo è successo?
Come mai non c'è stata nessuna manifestazione pubblica che ci informasse di ciò?
ma soprattutto, hano vinto realmente? come faccio ad esserne così sicuro?

Andiamo con disordine, come son solito fare:

Oggi mi  è arrivata tramite zoom una zoomvendita per un contratto sull'energia elettrica, la coorporazione in questione tratta un tipo di energia elettrica green o così mi è stato riferito.

Nel bel mezzo di questa zoomvendita, il zoomvenditore con tanto di filtro per lo sfondo per l'occasione mi ha spiegato dettagliatamente ogni singolo particolare dell'offerta, e fin qui, dico, potrebbe anche andarmi bene, anche se il linguaggio per me ormai è un codice cifrario svelato e quindi non perchè sia intelligente, ma solo perchè sono allenato, riesco a decodificare tutte le varie parti di un'offerta che se non l'accetti ti senti stupido poi in futuro.

Ecco, questo fatto qui, volevo dire, volevo squarciare e mi ci volevo ficcare in mezzo.

Quest'uso delle parole, del linguaggio, questo attacco hacker al cervello.

Dicevo, proprio nel bel mezzo della zoomvendita mentre la coorporazione attuava questo attacco hacker al mio cervello per mezzo di un consumatore/venditore derivato, un remoto campanellino d'allarme ha iniziato a squillarmi ad altissimo volume nel cervello.

Ripensandoci adesso e scrivendo di ciò in questo blog segreto o quasi che non legge nessuno o quasi, credo, mi vorrei un po' fermare a questo tipo di comunicazione attacco. Perchè se è vero che esiste una branca dell'università che ti insegna proprio questo genere di cose, mi chiedo, sono abbastanza informato per respingere un attacco hacker al mio cervello di tale portata?
Soccomberò anchio al modello "herbalife"di comunicazione attacco ramificato?

Dov'è il nuovo cyberpunk per combattere tutto ciò?
Come lo posso contattare?
E se non esiste, come faccio a crearlo io?

O devo rassegnarmi?
Accettare che anchio sono parte dell'ingranaggio?
Inventarmi un titolo personale come:
"Il dottor StranAndrea - ovvero: come ho imparato a non preoccuparmi e ad amare le coorporazioni"

venerdì 27 marzo 2020

TRE NOVECENTO MILIONI DI MONDI INESPLORATI PERCHE' PROPRIO IL MIO FRIGO?

Parlo un po' dell'alieno, quello dell'altro giorno coi biscotti.

Oggi era in frigo.

C'è una tesi bellissima sulla creazione dei transistor e sugli alieni che dice che per la sua forma e la sua semplcità e il rendimento il transistor è impossibile che sia stato inventato negli anni '40 del secolo 1900.
La tesi dice che nel '47 del 1900 in concomitanza con lo schianto di rooswelt sia stato messo a punto il primo transistor funzionante, oltre a questo c'è proprio tutta una questione di numeri proprio simili simili tecnici tecnici che riguarda la forma propria del transistor e il numero di alieni morti nello schianto e quelli che si sono salvati e poi tenuti prigionieri o ospitati amichevolmente in qualche base segreta.

Tutto questo l'ho letto su internet, l'alieno che c'era in frigo dice che non ne sà nulla, m'ha fregato una birra, io ho richiuso il frigo perchè non volevo disturbarlo.

E nulla, a volte c'è questo alieo che mangia biscotti, beve birra e mi dice boh a quello che chiedo.
Chissà se un giorno mi parlerà un po' di lui e del suo pianeta e di tutto il resto.

giovedì 26 marzo 2020

COSA RACCONTEREMO AI FIGLI CHE NON AVREMO DI QUESTI FOTTUTI ANNI 20 20

questi questi anni anni venti venti che che si si ripetono ripetono due volte due volte la stessa la stessa cifra identica cifra identica e che quindi fa e che quindi fa un po' impressione sentirselo un po' impressione sentirselo un po' dire così dire così in questa maniera in questa maniera qui.

non abbiamo non abbiamo gusto gusto nell'intraprendere cose nuove
non abbiamo non abbiamo gusto gusto nell'intraprendere cose nuove

non abbiamo non abbiamo più voglia più voglia di
non abbiamo non abbiamo più voglia più voglia di

lasciar andare il cammino già intrapreso il secolo scorso.

mercoledì 25 marzo 2020

UN PICCOLO RACCONTINO COSI' 2

ANDREA DORO 
TUTTO QUELLO CHE RESTA 

II

F. vagava per il piccolo appartamento in cerca di qualcosa, ogni tanto indossava dei vestiti, ogni tanto spegneva la telecamera, la finestra di notte veniva richiusa, la luce spenta. Il sonno, tardava sempre un po' di più ad arrivare. 

A. uscì dal piccolo vicolo e si guardò attorno, uno stormo si alzò in volo da un albero lì vicino, un paio di cani, zampettavano e fiutavano tranquilli, il cielo nuvolo, pareva quasi in procinto di collassare.

G. incontrò la notte subito dopo una curva, senza scomporsi accese i fari e rallentò di poco l'andatura, l'autoarticolato rispose con uno sbuffo di approvazione, l'intorno disastrato osservava sonnachioso tutto il resto.

Un po' prima di tutta la situazione, il corpo di M. giaceva in posizione supina sul grande letto trasportato in soggiorno per l'occasione, sulla grande vetrata si infrangeva un paesaggio di tetti e palazzi, i piani alti delle cose offrono sempre spunti diversi su cui riflettere. 

martedì 24 marzo 2020

SCRIVO A ME STESSO PER RACCONTARMI COSE CHE NON ESISTONO

Tipo di quella volta che ho incontrato un alieno in cucina, rovistando tra il barattolo di caffè e la busta dei biscotti per la colazione.

Mentalmente (perchè gli alieni sono (FOTTUTAMENTE EVOLUTI, CAZZO!) gli dico: "Ciao alieno, cazzo ci fai tra i miei biscotti e il mio caffè?"
e lui sempre mentalmente mi dice: "Ciao umano, mah, nulla, guardavo un po', curiosavo, prima dell'invasione"
Ed io gli rispondo allora: "Ah, beh, se proprio devi, fai pure, se ti va ti dico due o tre cose, che noi esseri umani siamo strani e un invasione non so come la prenderemo, sai, abbiamo tipo una cosa che chiamiamo paura e ci fa vedere tutte le cose in maniera disastrosamente catastrofica"
E lui: "Eh grazie al cazzo, sono anni che vi studiamo, queste cose le sappiamo bene e non ce ne fotte un cazzo, quello che ci importa sono i biscotti, tipo questi che hai tu qui rinchiusi in questo stipo"
Ed io: "Ah, vabbè, i biscotti sono i biscotti, cioè, sono buoni, a me piace mangiarli, a voi per cosa servono?"
E lui: "Ah li mangiate?, noi li usiamo per viaggiare nel cosmo, sono delle ottime astronavi, ma voi terrestri non sapete proprio un cazzo, inventate le cose e le usate nella maniera sbagliata!"

E allora dopo tutte queste nuove informazioni io non so più che dirgli a questo alieno qua che è SICURAMENTE PIU' EVOLUTO, e lo lascio frugare un po' nello stipo, che non lo voglio disturbare e richiudo lo stipo lasciando perdere i biscotti e faccio qualcos'altro.

Tipo apro il frigo, prendo una birra, la apro con l'apri bottiglia e poi mi inquieto un poco, che noi esseri umani siamo bravi ad inventare le cose, questo lo sapevo e me l'ha confermato pure l'alieno di prima e mi chiedo e se questo apri bottiglia fosse qualcos'altro? tipo un'arma o un'altra astronave o qualcosa di diverso ancora e quindi se tutte le cose sono così, che non le sappiamo usare, mi son chiesto: "ma cosa so fare veramente?" e nulla, continuo a chiedermelo in maniera tranquilla, leggera, continuando a fare tutte le cose che faccio di solito, tipo questa qui, di mettere parole una dopo l'altra e vedere cosa compongono.

lunedì 23 marzo 2020

UN PICCOLO RACCONTINO COSI'

ANDREA DORO 
TUTTO QUELLO CHE RESTA 


Nel bel mezzo di tutta la situazione, il corpo di M. ebbe uno scossone, meccanicamente si mise in posizione, allargò le braccia e si lasciò precipitare dal dodicesimo piano. 

A. prese l'iniziativa e rivestì il veicolo con pezzi di lamiera rubata qua e là intorno allo sprawl, modificò il mezzo, aggiungendo un serbatoio per la benzina aggiuntivo e altre cose che in quel momento gli erano sembrate utili. 

G. guidava il pesante mezzo blindato oltre l'arteria principale, l'asfalto lasciato incolto per tutto quel tempo aveva prodotto delle piccole crepe, quasi delle branchie, sparse a caso per respirare. 

F. ansimava pesante, la finestra lasciata accostata faceva infiltrare del sole e del silenzio dall'esterno, lo schermo rimandava l'immagine ripresa dalla piccola videocamera montata affianco al letto, tutto il porno necessario a disposizione, da quando era saltata la rete. 


 

domenica 22 marzo 2020

E CHE VOLEVO DIRTI

E che volevo dirti che ci stavo pensando,
a tutta questa situazione
a tutta questa distanza galattica 
ai miei occhi di ulivo piegati dal vento 
ai tuoi occhi di castagna ancora e sempre,
in questa casa lumaca,
in questi spazi stretti
e volevo dirti che troverò un lavoro
tipo il serial killer per finta,
mi daranno un super liquidator
rivestito di metallo scintillante
e guiderò un Impala del ’77
e guiderò solo di giorno
che la notte non si vede molto bene
neanche coi lampioni
neanche con una flotta di UFO
che proiettano i loro fari enormissimi sull’asfalto,
e ruberemo le saponette dai bagni
i depliant dai benzinai
e ci fermeremo da qualche parte
a guardare la luce rullino di pellicola
invecchiata che fanno i tramonti,
nonostante questo adesso di balconi,
nonostante questa distanza interplanetaria
nell’attimo prima di dormire,
tra i tuoi occhi di castagna ferocemente brillanti
e i miei occhi di ulivo piegati dal maestrale. 

22/03







sabato 21 marzo 2020

POST AGGIUNTIVO DATO CHE IERI HO SALTATO

Questo è solo un post aggiuntivo, dato che ieri ho saltato di scrivere.

Niente di che, niente di importante, solo un fatto di manualità zompettante sui tasti neri a caso.

i tasti del mio mac sono neri,
quelli della mia macchina
da scrivere sono bianchi,
una volta che l'avrò
riparata, messi insieme formeranno un pianoforte?

UNA PILA DI LIBRI ALTA COSI'

Menomale che ci sono i libri pensavo, a sorreggere tutto quanto.

Tutti questi libri appoggiati, accatastati, adagiati, lasciati dimenticati ovunque per la casa, menomale che ci sono loro con le loro copertine dai colori tuttiquanti vecchinuovi di diverse edizioni.
Menomale che c'hanno pure i contenuti immensi, voragini, viaggi, allucinazioni, mostruosità, reperti storici dell'anima del profondo subconscio ancestrale di specie.

sulla mia scrivania, durante la diretta di ieri sera per la maratona poetica c'era e anche oggi c'è una pila di libri alta alta. ecco la lista di libri, partendo dal basso:

Antonio Moresco - Il Grido
Breece D'J Pancake - Trilobiti
Louis-Ferdinand Celine - Viaggio al termine della notte
William Burroughs - Il pasto nudo
Michel Houellebecq - Le particelle elementari
J.G. Ballard - La mostra delle atrocità
R. Bolano - Lo spirito della fantascienza
George Orwell - 1984
H.P. Lovecraft - I Miti di Cthulhu
H.P. Lovecraft - I racconti del Necronomicon
Aldous Huxley Il mondo nuovo - Ritorno al mondo nuovo
Allen Ginsberg - La caduta dell'america
Vladimir Nabokov - Lolita
Jack Kerouac - Mexico City Blues
Wislawa Szymborska - La gioia di scrivere
Herbert G. Wells - La guerra dei mondi

più sopra distrattamente c'è appoggiato anche il mio libro di poesie che non si sa mai dovevo prendere al volo per leggere qualcosa.
più in cima a tutto c'è un megafono.

tutto è ancora così.

giovedì 19 marzo 2020

MA NOIALTRI CHI SIAMO?

Bisognerebbe creare dei piccoli vademecum per noialtri qui rinchiusi, anche se poi noialtri è una parola strana, si riferisce a qualcosa che di solito è discriminatoria, tipo noialtri non siamo circumnavigabili con punto esclamativo. Eh ma allora potrebbe alzarsi un siciliano o potrei alzarmi anchio perchè anchio provengo da un'isola anche se adesso non ci abito e dire e ma noialtri invece si punto esclamativo, come la mettiamo punto interrogativo punto esclamativo; questo noialtri è molto strana come parola dicevo, oggi ho scambiato un paio di e-mail con un editore portoghese e m dice adesso anche noi(altri) siamo come voi che avete questa situazione che adesso abbiamo anche noi e quindi ho tempo a sufficienza per leggere tutto ciò che mi hai mandato che ti avevo chiesto io di mandarti. E quindi ci sono rimasto un po' così che adesso anche laggiù in portogallo sono come qua da me in campania, chiusi in casa e la cosa mi ha un po' sorpreso ma non troppo che tra le cose che leggo ci sono anche queste notizie di questo genere qui che dicono in quali posti adesso sono chiusi in casa propria di loroaltri. E pensando pensando mi son detto ma se loroaltri sono chiusi in casa come noialtri, vuoi vedere che anche loroaltri in realtà sono pure loro noialtri punto interrogativo.

VUOI VEDERE CHE LOROALTRI IN REALTÀ SONO NOIALTRI ? (PUNTO INTERROGATIVO)

mercoledì 18 marzo 2020

TRA LE PARANOIE DISTOPICHE E UN POSSIBILE SCENARIO FUTURO

Una delle cose più interessanti che mi piace fare con internet acceso e andare a spulciare i siti di sopravvivenza.

Avendo tutto questo tempo a disposizione mi son detto, perchè no? In fondo anche questa è un'emergenza, in qualche modo devo sopravvivere, scrollando tra alcuni siti molto interessanti sull'Antorpocene ne ho trovato uno molto interessante sia per spiegazioni che per leggibilità.

 Che poi a pensarci bene bene bene, il saper sopravvivere non è poi così sbagliato, magari uno si immagina a combattere con gli orsi e invece ti tocca fare una battaglia per un pandoro. Che insomma, se devo lottare, per come la vedo io, meglio contro un orso che per un pandoro.
Dicevo, paranoie a parte, ora che abbiamo tutto questo tempo libero per girare per le nostre case, uno tipo me, un po' la guarda bene la casa, la riscopre. Io mi sono accorto che in realtà lo spazio che abito adesso offre una vasta gamma di piccoli angoli adatti a tantissime cose tenendo presente le indicazioni del manuale tecnico di sopravvivenza. E quindi non so, forse ci provo, così per passare il tempo, a capirne di più a farci più attenzione alle cose, a cercare altre informazioni, e via dicendo di questi giorni, in queste case.

martedì 17 marzo 2020

UN SILENZIO FEROCEMENTE NATURALE

Un piccolo filo d'erba ha sfracellato un nuovo pezzo d'asfalto davanti casa.

Porto a pisciare il cane nella mattina pomeridiana, così sono abbastanza sicuro di non incontrare nessuno, che già da queste parti c'è poca gente, all'ora di pranzo praticamente chiudeva pure il negozietto dei cinesi a fianco anche prima di tutto questo (TUTTO QUESTO MAIUSCOLO NON PRONUNCIABILE CHE C'È ADESSO), quindi si, sono abbastanza sicuro che non ci sia nessuno in giro all'ora di pranzo ed infatti è proprio così, constato amichevolmente col cervello mentre muovo i passi dopo quelli del cane che annusa e tira e piscia. E lo noto, incredibilmente, in maniera quasi abominevolmente assordante: il silenzioso vuoto ferocemente naturale delle cose. Da qualche parte da bambino ho letto che se tutta la specie umana sparisse da un giorno all'altro, la natura impiegherebbe tipo un mese a ricoprire qualsiasi cosa con le sue radici e le sue foglie e i rami e tutto il resto. Ho visto delle foto su facebbok in cui la piccola fauna tipo cinghiali e scimmie iniziano ad invadere le città lasciate vuote o meglio, lasciate chise fuori dalle nostre case. Penso a tutti quelli che cercano qualcosa di bello in tutto questo essere umani, tipo cammini umani o missioni di vita o cose così e penso che c'è qualcosa di sarcastico in tutto questo. L'umanità è sempre smaniosa di buttare  cemento sopra ogni cosa e la natura se ne frega altamente, la natura lascia fare, ha tutto il tempo cosmico dell'universo per riprendersi tutte le cose che sono sue. La sesta estinzione di massa imminente è praticamente quasi invisibile per la natura delle cose. Un quasi chissenefrega. Tutto ciò che ci terrorizza in realtà è un leggero frusciare dell'erba alla fine dell'antropocene.

lunedì 16 marzo 2020

TUTTI I PENSIERI MOMENTANEAMENTE SOSPESI

Ho alzato le mani bene in alto sopra la testa per prendere qualcosa di pesante dal ripiano in cucina, a piccoli passi ho poggiato l'oggetto sul tavolo, ho sollevato il coperchio facendo leva sulle ghiere di sgancio e, una volta rimosso, ho inclinato la mia testa capelluta dentro il guscio.

Nelle traiettorie del futuro incerto che mi ritrovo, capitombolo spesso addosso a dei grossi granitici massi ricorrenti:
Il primo masso sono i soldi e tutto ciò che ne comporta il pensarci.
Il secondo masso è un gigantesco gomitolo di parole che mi ritrovo a sfilacciare.
Il terzo masso è un suono, una variopinta miscela di suoni, l'intero vorticare rumoristico dello spettro udibile e la maniera in cui avvicinarli l'uno all'altro.

Il quarto, incancolabile per massa e peso, è l'antropocenica estinzione.


domenica 15 marzo 2020

MENTRE TUTTO ACCADE

Sarebbe bello un giorno poter dire io c'ero. Ma forse non è questo il caso, nel senso che a volte è meglio non esserci, o meglio essere presenti a se stessi fisicamente ma solo a se stessi, cioè questa cosa del non essere presenti fuori, con gli altri, adesso è importante.

Sarebbe bello un giorno poter dire io non c'ero, così, cogliere tutti di sorpresa.

Sarebbe stato bello non assistere alle cose per una volta, tipo ieri sera, quando sono arrivate le notizie bruttissime seguite da altre sempre brutte, che poi non si fanno le classifiche su quali morti siano brutte e altre più o meno brutte, bisognerebbe dire sempre, le notizie brutte sono tutte e sempre brutte!

E quindi da ieri sera sto così, che passo in rassegna youtube e altri media meno famosi (qui si che si può usare il più e il meno) per trovare brani ancora inascoltati, vedere video mai visti,cercare notizie nuove.

Epperò poi mi concedo qualche momento per togliere un po' la tensione della situazione ed esco in balcone e in questi giorni mi sento ancora più fortunato ad averci un balcone ed esco lì quindi e fumo una sigaretta di tabacco e annuso in giro come fa il cane, cerco di captare odori, cose che presto mi diranno è tutto finito, puoi riprendere a fare quello che facevi prima di tutto questo.

E intanto oggi e domenica e faccio così, scrivo intendo, proprio questa pagina qui che tra poco diventerà pubblica a tutti, che tanto poi non si sa mai come andrà a finire.

C'è qualcosa nello spazio,
tutto nascosto là nel vuoto,
ci andremo un giorno con lo shuttle,
per giocare insieme un poco.

sabato 14 marzo 2020

L'INVISIBILE LEGGEREZZA DI GODZILLA

Ci sarebbe tanto da parlare su come Godzilla debba essere considerato.

Ieri ho visto Shin-Godzilla, il reboot dell'originale godzilla giapponese.
Una delle cose più sorprendenti è il punto di vista riguardo all'affrontare i problemi.
Il primo punto è la bomba atomica, i Giappo non lascierebbero mai e poi mai che una bomba atomica venga scagliata su di loro per una terza volta. (e fanno anche bene si potrebbe dire).
Il secondo punto, sono le alternative, avere la lucidità necessaria di comprendere il problema in tutta la sua sconfinata complessità per poi ridurlo ai minimi termini e trovare una soluzione alternativa.

Forse bisognerebbe diventare un po' più Giapponesi, come terrestri intendo.
Forse bisognerebbe che ci fossero più contaminazioni legate al modo di pensare.
In questo momento, mi piacerebbe essere un po' più Giapponese. Così, per avere un ulteriore punto di vista di tutta questa cosa. 

venerdì 13 marzo 2020

COSA OTTENIAMO SE TOGLIAMO IL PORNO DAI FILM PORNO?

Stavo pensando alle conseguenze del crepare strozzato dagli orsacchiotti gommosi annegati nella grappa, quando mi son chiesto: cosa succederebbe se togliessimo le scene porno dai film porno?

Mi spiego, forse, pensate o riguardatevi uno tra i centinaia di film porno amatoriali presenti nella rete, tipo quello delle spiagge ripulite ecco, quella roba là, immaginate di lasciare le stesse scene, le stesse inquadrature ma e dico MA proprio GRANDE GIGANTE MAIUSCOLO sostituite alle immagini di sesso tra i due attori qualcos'altro. Gli attori restano lì tutti e due, vestiti come sono lì nel film, però fanno tutt'altro, tipo giocare a twister. È ancora porno? Perchè non dovrebbe essere più porno?

Se il porno è invasione della privacy, che differenza c'è con le telecamere di sicurezza piazzate agli angoli delle città?


giovedì 12 marzo 2020

PICCOLI SOGNI INTERROTTI

C'è qualcosa che mi capita spesso quando dormo, non dipende dal periodo attuale, né da tutta questa cosa enorme che sta accadendo. Mi accade, da anni, punto.

Quando dormo sogno spesso, quasi tutte le notti, sogni comuni credo, piccole scene, a volte incubi, a volte sogni molto belli, di tanto in tanto come in questo caso che sto per scrivere, sogni densi.

I sogni densi iniziano come qualsiasi sogno qualsiasi che si fa mentre si dorme, generalmente non ci fai caso che un sogno è normale o no, non si è coscienti, non si è molto responsabili nei sogni, sempre un po' distratti, sempre evanescenti,ci avete mai fatto caso? Le persone che si incontrano nei sogni sono quasi sempre sfumate, sfuocate, è più una sensazione di vana conoscenza che un qualcosa di concreto. Ma questi sogni densi, dicevo, sono un po' più densi del solito, iniziano evaporando tra un russare e l'altro e poi ti acchiappano e tu probaile non te ne accorgi, o almeno per me, è così.

Vengo acchiappato e sballotolato e distrattamente sogno di fare delle cose materiali, nella vita reale come se fosse la mia vera vita. A volte, non c'è confine, neanche al risveglio.

È il periodo volevo dirmi, la prima volta che mi sono accaduti, intorno ai vent'anni.
È il periodi ho continuato a ripetermi per i dieci anni consecutivi.
Non è questo periodo mi sono detto stamattina, finendo la caffettiera.
Accadono dei sogni di realtà. Semplicemente.

Come si fa a non aver troppa paura di un non incubo?
Come si distingue la realtà del risveglio con le le azioni dei sogni?
In dieci anni, non l'ho mai capito.
Si sopravvive, forse. Ci si sveglia con l'acqua fredda, anche se a volte non basta, esistono i sogni dentro i sogni dentro i sogni. Delle volte ci si sveglia di soprassalto, a metà pomeriggio, fumando una sigaretta sul balcone al principio di una primavera e ci si dice oh, ero sveglio.

A volte.
Non si dorme, mai.

mercoledì 11 marzo 2020

APPUNTI VELOCEMENTE SCRIBACCHIATI

Nelle interminabili linee del presente storico continuano ad affiorare tre o quattro avvenimenti che prepotentemente sbriluccicano luminosissimi in questi cupi segmenti di tempo.

Primo avvenimento:
Le chiavi entrano nelle fessure sempre al secondo o terzo tentativo, tutto ciò è disastrosamente frustrante, se prima accadeva nella frenesia della corsa quotidiana al fare e all'andare e quindi in qualche maniera motivabili dalla distrazione dell'essere, adesso la cosa come la possiamo spiegare? Adesso che non possiamo neanche più allenarci all'aprire serrature di casa, della macchina, dell'ufficio, dell'officina, dei lucchetti delle biciclette, della cassetta delle lettere, come faremo una volta ritornati alla mondo di fuori? Riusciremo ad aprire ancora le cose o per il poco allenamento rimarremo chiusi dentrofuori dalla nostra stessa vita? 

Secondo avvenimento:
Superare il super io lavandosi i denti nonostante lo stare a casa.

Terzo avvenimento:
Osservare finalmente il mondo circostante, l'impercettibile movimento delle foglie, delle piante, degli insetti. L'agitarsi  delle fronde, della realtà del tutt'attorno che vive anche senza il nostro intralcio.
Sviluppare un pensiero attorno ad un ramo e osservarlo evolversi senza il nostro intervento.

Quarto intervento (bonus):
Combattere la (mia) naturale procrastinazione.

martedì 10 marzo 2020

PICCOLE CAPSULE ABBASTANZA SPAZIALI

Tra ottomilioni di anni forse il pianeta terra non sarà più lo stesso, dico forse perché non si sa mai.

Oggi è il giorno uno della Zona Rossa Nazionale, il che è un nome fighissimo per un film di Carpenter ed io abito già da qualche mese in un piccolo appartamento davanti alla curva di un fiume.

Ci sarebbero tante di cose di cui una persona può parlare in questo preciso giorno, di questo preciso anno, però questo blog con questo primo post parlerà assolutamente di tutt’altro.

È necessario parlare di tutt’altro.

Oggi ho lavato i piatti della cena di ieri sera.

Ho iniziato facendo scorrere l’acqua mediamente calda su tutte le stoviglie, per togliere il grosso dei residui, ho aperto entrambi gli sportelli dei ripiani sopra il doppio lavello, preso la spugnetta verderuvida giallomorbida e ci ho versato un po’ di detersivo limonoso densoverde.

Quando metto i piatti sporchi nel lavello ma non ho voglia di pulirli subito, cerco sempre di accatastarli con un certo criterio: sul fondo del lavello posiziono i piatti piani, se ci sono poi metto i piattini più piccoli e poi ad incastro i piatti fondi, le posate e i mestoli li posiziono a lato. Nel secondo lavello metto lo scolapasta arancione, poi la pentola per l’acqua con a lato i coperchi. Le padelle, se ci stanno le metto nel secondo lavello, se no, le sciacquo un poco e poi le riappoggio sul piano cottura.

Ieri c’erano parecchi piatti e padelle sporche.
Ho iniziato dall’unico necessario, il piatto fondo; ho fatto correre ancora un po’ d’acqua calda per ammorbidire ulteriormente, poi spremendo la spugnetta sui bordi del piatto ho fatto in modo che la schiuma del detersivo colasse verso l’interno e ho iniziato a strofinare. Una volta ben insaponato l’interno ho proceduto con la stessa perizia anche per l’esterno convesso. Soddisfatto del risultato ho proceduto a sciacquare accuratamente.
Ho ripetuto la stessa azione per due piatti fondi, due mestoli, 5 coltelli, tre forchette, quattro cucchiaini, due tazzine da caffè, una tazza grossa da tisana, una pentola per l’acqua, uno scolapasta, un’insalatiera, una padella media e una grande, tre bicchieri.

I piatti, i bicchieri, la tazza e le tazzine le ho riposte ognuno al proprio posto nello scolapiatti sopra il lavello.

La pentola, le padelle, l’insalatiera, lo scolapasta e i coperchi le ho poggiate ad asciugare sopra uno straccio nel ripiano accanto.

I coltelli, le forchette, i cucchiaini e i mestoli li ho poggiati nello scolaposate.

Poi ho pulito il tavolo, ho girato una sigaretta di tabacco, l’ho accesa e ho compulsivamente mandato messaggi whatsapp a tutti i contatti che mi venivano in mente per chiedere loro semplicemente come stai.