Tra ottomilioni di anni forse il pianeta terra non sarà più lo stesso, dico forse perché non si sa mai.
Oggi è il giorno uno della Zona Rossa Nazionale, il che è un nome fighissimo per un film di Carpenter ed io abito già da qualche mese in un piccolo appartamento davanti alla curva di un fiume.
Ci sarebbero tante di cose di cui una persona può parlare in questo preciso giorno, di questo preciso anno, però questo blog con questo primo post parlerà assolutamente di tutt’altro.
È necessario parlare di tutt’altro.
Oggi ho lavato i piatti della cena di ieri sera.
Ho iniziato facendo scorrere l’acqua mediamente calda su tutte le stoviglie, per togliere il grosso dei residui, ho aperto entrambi gli sportelli dei ripiani sopra il doppio lavello, preso la spugnetta verderuvida giallomorbida e ci ho versato un po’ di detersivo limonoso densoverde.
Quando metto i piatti sporchi nel lavello ma non ho voglia di pulirli subito, cerco sempre di accatastarli con un certo criterio: sul fondo del lavello posiziono i piatti piani, se ci sono poi metto i piattini più piccoli e poi ad incastro i piatti fondi, le posate e i mestoli li posiziono a lato. Nel secondo lavello metto lo scolapasta arancione, poi la pentola per l’acqua con a lato i coperchi. Le padelle, se ci stanno le metto nel secondo lavello, se no, le sciacquo un poco e poi le riappoggio sul piano cottura.
Ieri c’erano parecchi piatti e padelle sporche.
Ho iniziato dall’unico necessario, il piatto fondo; ho fatto correre ancora un po’ d’acqua calda per ammorbidire ulteriormente, poi spremendo la spugnetta sui bordi del piatto ho fatto in modo che la schiuma del detersivo colasse verso l’interno e ho iniziato a strofinare. Una volta ben insaponato l’interno ho proceduto con la stessa perizia anche per l’esterno convesso. Soddisfatto del risultato ho proceduto a sciacquare accuratamente.
Ho ripetuto la stessa azione per due piatti fondi, due mestoli, 5 coltelli, tre forchette, quattro cucchiaini, due tazzine da caffè, una tazza grossa da tisana, una pentola per l’acqua, uno scolapasta, un’insalatiera, una padella media e una grande, tre bicchieri.
I piatti, i bicchieri, la tazza e le tazzine le ho riposte ognuno al proprio posto nello scolapiatti sopra il lavello.
La pentola, le padelle, l’insalatiera, lo scolapasta e i coperchi le ho poggiate ad asciugare sopra uno straccio nel ripiano accanto.
I coltelli, le forchette, i cucchiaini e i mestoli li ho poggiati nello scolaposate.
Poi ho pulito il tavolo, ho girato una sigaretta di tabacco, l’ho accesa e ho compulsivamente mandato messaggi whatsapp a tutti i contatti che mi venivano in mente per chiedere loro semplicemente come stai.
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